Analisi Percorso Giro del Delfinato 2022
Percorso molto impegnativo per il Giro del Delfinato 2022. Come sempre la breve corsa a tappe in programma quest’anno dal 5 all‘8 giugno, rappresenterà come sempre una della gare più interessanti di avvicinamento al Tour de France 2022. Il percorso strizza l’occhio soprattutto agli scalatori, anche se ci sarà una cronometro di quasi 32 chilometri che non sarà assolutamente da sottovalutare: in una corsa di appena 7 tappe potrebbe essere molto rilevante. Grandi protagoniste saranno, comunque, le montagne, che realisticamente scriveranno i rapporti di forza e la classifica finale, dando indicazioni importanti in vista del grande appuntamento del mese prossimo.
Percorso Giro del Delfinato 2022
Il Giro del Delfinato 2022 conferma la scelta nell’organizzazione del percorso già effettuata negli anni passati: una serie di tappe mosse e volate nella prima parte, una cronometro individuale a fare da spartiacque e le montagne più impegnative negli ultimi giorni, in tappe brevi per scrivere la classifica generale finale. La prima maglia gialla sarà assegnata nella tappa da La Voulte-sur-Rhône a Beauchastel, 191,8 km con quattro Gpm, tutti piuttosto pedalabili e lontani dal traguardo. Il momento decisivo comincerà sulla Côte de Chambon de Bavas, un terza categoria di 4,7 km con una pendenza media del 5,2%. Lo scollinamento, a circa 36 km dall’arrivo, è seguito da un altro falsopiano e da una discesa, prima del tratto pianeggiante finale. Le squadre proveranno probabilmente a tagliar fuori i velocisti puri per restringere il campo dei pretendenti, ma non sarà facile evitare lo sprint.
Discorso relativamente simile per la successiva Saint-Péray – Brives-Charensac, 169,8 km costellati di salitelle e strappi in cui non sembra esserci margine per fare una differenza enorme. Il Col de Mézilhac, 11,6 km al 4%, che inizia poco prima del km 100 può essere una fase di corsa interessante, ma non sembra avere le pendenze per garantire una spaccatura in gruppo. Sulla Côte de Rohac, 1200 metri al 5,9%, si potrebbe quindi sferrare l’attacco buono, considerando che si scollina a 9 km dall’arrivo. Anche in questo caso, non si tratta certo di un muro in grado di spezzare la corsa, ma l’azione di un gruppetto potrebbe avere buon gioco per arrivare fino al traguardo.
Con la terza tappa i corridori affronteranno il primo arrivo in salita della corsa. La Saint-Paulien – Chastreix-Sancy misura 169 chilometri e arriva su un seconda categoria di 6,2 km con una pendenza media del 5,6% e un tratto di un chilometro all’8%. Insomma, in questo caso i numeri per fare una prima selezione dei possibili contendenti sembrano esserci, anche se è difficile aspettarsi una lotta con il coltello tra i denti, su una salita che non pare avere le caratteristiche giuste per mostrare subito chi ha le gambe migliori. Una fuga potrebbe quindi avere buon gioco, anche perché gli uomini di classifica potrebbero voler preservare le energie per il giorno successivo.
La quarta tappa, da Montbrison a La Bâtie d’Urfé, corrisponde infatti alla cronometro individuale di 31,9 km con cui saranno scritte le prime gerarchie della classifica. Il percorso è molto adatto agli specialisti puri: la lunghezza è abbastanza notevole, almeno per le corse da una settimana, e il dislivello minimo, oscillante da un minimo di 357 a un massimo di 408 metri sul livello del mare. Servirà tanta potenza e resistenza per fermare il cronometro presto ed evitare di perdere terreno prezioso.
I due giorni successivi rischiano di apparire di transizione per i giorni di classifica. I 162,3 km da Thizy-les-Bourgs a Chaintré si presentano come un’occasione importante per i velocisti puri. Durante la giornata, il gruppo dovrà infatti affrontare quattro GPM, ma i primi due (di seconda e terza categoria) nella primissima parte. Le ultime due côte, più vicine al finale, sono di quarta categoria e non toccano i 3 km di lunghezza né il 5% di pendenza media: sarà difficile, per tutti, evitare che i passisti confezionino il volatone per gli sprinter più puri, che non vorranno lasciarsi scappare l’occasione.
La trama dovrebbe rimanere simile anche nella Rives-Gap, frazione più lunga della corsa con i suoi 196,5 km. Il Col de Cabre, 9,1 km al 4,6%, potrebbe forse invogliare qualche squadra a cercare di forzare l’andatura per saggiare la resistenza degli avversari, ma anche in questo caso il controllo non dovrebbe essere troppo complicato, soprattutto nei 60 km finali pianeggianti. La possibilità di una fuga vincente, con scenari tattici vari e interessanti, in questo caso non può essere sottovalutata, ma è facile immaginare un altro sprint. Sia nella quinta sia nella sesta frazione, il pericolo può essere rappresentato dai ventagli.
Solo con la Saint-Chaffrey – Vaujany la corsa entrerà davvero nel vivo per la classifica generale. Breve, con 134,8 km, è la più corta in linea tra le sette previste, ma non per questo può essere sottovalutata, anzi: i corridori dovranno affrontare in successione i lunghissimi Galibier (23 km al 5%) e Croix de Fer (29 km al 5,2%), intervallati solo da un breve tratto di pianura tra la discesa del primo e l’inizio del falsopiano verso il secondo. Lo scollinamento dopo il secondo Hors Categorie, a una trentina di chilometri dalla conclusione, sarà seguito da una lunga picchiata, interrotta di tanto in tanto da qualche tratto in contropendenza, fino alla salita finale di Vaujany, 5,7 km al 7,2%. La media non inganni: la salita è durissima e nei primi due chilometri non scende mai sotto il 9%, per poi impennarsi di nuovo al quarto con un tratto al 12%, prima di una breve discesa e il finale al 7%. In questo tratto, realisticamente, si deciderà buona parte delle sorti della corsa.
La resa dei conti finale sarà però durante la Saint-Alban-Leysse – Plateau de Solaison, 139,2 km in cui bisognerà stare sull’attenti fin dall’inizio. Il via è infatti ai piedi del Col de Plainpalais, 8,8 km al 6,5%, dove è lecito aspettarsi gli attacchi per portar via la fuga di giornata e, chissà, magari per provare a sorprendere anche qualche uomo di classifica. Dopo il Col de Leschaux, terza categoria, e un lungo tratto di pianura, i corridori arriveranno ai piedi dell’accoppiata che scriverà la graduatoria definitiva: la Colombière, 11,8 km al 5,8%, che termina a 38 km dal traguardo, e soprattutto l’hors categorie di Plateau de Solaison, 11,3 km al 9,2% senza un attimo di respiro. Una salita regolare, spesso su pendenze appena superiori il 10%, che costringerà tutti i protagonisti della corsa a dar fondo alle ultime energie residue. Solo in cima, poi, verrà decretato il vincitore del Giro del Delfinato 2022.
Tappe Giro del Delfinato 2022
Tappa 1 (05/06): La Voulte-sur-Rhône – Beauchastel (191,8 km)
Tappa 2 (06/06): Saint-Péray – Brives-Charensac (169,8 km)
Tappa 3 (07/06): Saint-Paulien – Chastreix-Sancy (169 km)
Tappa 4 (08/06): Montbrison – La Bâtie d’Urfé (31,9 km, crono)
Tappa 5 (09/06): Thizy-les-Bourgs – Chaintré (162,3 km)
Tappa 6 (10/06): Rives – Gap (196,5 km)
Tappa 7 (11/06): Saint-Chaffrey – Vaujany (134,8 km)
Tappa 8 (12/06): Saint-Alban-Leysse – Plateau de Solaison (139,2 km)
Altimetrie e Planimetrie Giro del Delfinato 2022
Tappa 1 (05/06): La Voulte-sur-Rhône – Beauchastel (191,8 km)
Tappa 2 (06/06): Saint-Péray – Brives-Charensac (169,8 km)
Tappa 3 (07/06): Saint-Paulien – Chastreix-Sancy (169 km)
Tappa 4 (08/06): Montbrison – La Bâtie d’Urfé (31,9 km, crono)
Tappa 5 (09/06): Thizy-les-Bourgs – Chaintré (162,3 km)
Tappa 6 (10/06): Rives – Gap (196,5 km)
Tappa 7 (11/06): Saint-Chaffrey – Vaujany (134,8 km)
Tappa 8 (12/06): Saint-Alban-Leysse – Plateau de Solaison (138,8 km)
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